14 novembre 2024 – 20.00
Sarà la montagna – Luca Saltini

Dialogo dell’autore con Alice Pedrazzini

14.11.2024 – ore 20.00 – Auditorium della Casa Cavalier Pellanda

Sinossi del libro

Nando è nato e cresciuto in montagna. Ha mosso i primi passi sui sentieri scoscesi che si inerpicano verso la cima e, anche quando è stato costretto a lavorare in un cantiere a fondovalle, ha sempre desiderato tornare a quel silenzio, all’ultima luce che accende il bosco la sera, al maso solitario che lo protegge dal rumore del mondo. Per questo, quando il milanese dice di aver sentito, in una notte di tempesta, il ruggito potente di un animale e il raspare cattivo delle sue unghie contro la porta, Nando non gli crede. Il milanese che ha lasciato un lavoro sicuro in città per andare a vivere con le vacche e a vangare l’orto non conosce le montagne, non sa di che cosa parla. Nessun animale è in grado di sradicare un larice, di far tremare una stalla. Quando però Silvia, una delle poche persone in grado di strappare Nando alla sua solitudine, gli confessa che anche lei ha sentito qualcosa e ha paura, lui si mette in cammino verso quel mistero. Parte di notte, solca il silenzio verde della boscaglia, attraversa la pura emozione dei luoghi intatti, vive la bellezza di una notte sotto il cielo stellato, di una radura dopo un inestricabile groviglio di rami. E rivede il passato con i suoi fantasmi, le ombre dei sogni che non ha potuto realizzare, l’amore che non ha avuto il coraggio di difendere. Al ritmo cadenzato del suo respiro, Nando troverà la strada verso ciò che minaccia il paese. Perché la montagna dà molto, tutto, a quelli come lui, ma sa quando è giunto il tempo di far pagare un prezzo.

«Il cielo sopra la testa. La montagna sotto le scarpe.
Non serve nient’altro per vivere. Luca Saltini lo ha capito».
Mauro Corona

Luca Saltini

È nato a Milano e vive a Lugano, dove lavora come responsabile dell’attività culturale della Biblioteca Cantonale. Ha scritto racconti per bambini e ha pubblicato Tattoo (Fernandel 2012); Il demolitore di camper (Fernandel 2013, da cui il film con Milena Vukotic co-sceneggiato dall’autore); Periferie (ADV 2015) e Una piccola fedeltà (Giunti 2018). Il suo ultimo romanzo è Scrivimi dal confine (Piemme 2023).

Alice Pedrazzini

È una giornalista della Radiotelevisione Svizzera dal 2015. Grata di poter raccontare i fatti e le storie, sperimenta diverse modalità di racconto. Dal programma radiofonico di approfondimento dell’informazione Modem, al Telegiornale serale Infonotte, passando per il programma televisivo di montagna “In cammino” fino al programma mattutino su Rete Uno Setteventi.

Gli altri libri di Luca Saltini

Lo Scivolo di luce, Giunti, 2024
Jack Donovan vive con la famiglia a Hobart, in Oklahoma, dove da poco si è trasferito il professor Puricelli. Dopo esserne diventato l’assistente, Jack scopre che il professore è riuscito a costruire una macchina in grado di piegare lo spazio-tempo. Età di lettura: da 10 anni.


Il demolitore di camper, Dadò, 2020 (precedentemente stampato con Fernandel nel 2013)
Non esistono terapie efficaci contro il divorzio. Secondo Dino Bardi, la distruzione di un camper può costituire una buona cura, soprattutto se i rapporti con la moglie sono impossibili e ci sono di mezzo due bambini piccoli. Per Dino, padre non affidatario, diventa difficilissimo mantenere un rapporto coi figli oltre la selva di ostacoli di legge che si possono frapporre quando il rapporto tra i genitori è difficile. Dino poi, è un personaggio sopra le righe, debordante nelle assurde avventure in cui si caccia per aggirare divieti e norme che gli impediscono di stare coi suoi bambini. Occorre mettere in piedi sotterfugi, infiltrarsi, travestirsi. E per questo serve un complice, Leo, uno scrittore per l’infanzia di trent’anni che vive ancora in famiglia. I due finiscono spesso in situazioni complicate da cui non sanno uscire. Per fortuna, su di loro vigila la nonna di Leo, vecchietta in grado di tenere testa a chiunque. Sarà lei a condurre il Demolitore di camper su una strada sicura, che gli consentirà, nonostante sé stesso, di mantenere un bel rapporto coi figli.


Tattoo, Fernandel, 2012
Alberto prova l’inquietudine di sentirsi rinchiuso in una vita che non gli appartiene più. Quando incontra Irene, una ragazza che gioca con la sua bellezza e ostenta una rosa tatuata sulla pancia, comincia con lei una relazione ambigua e contraddittoria che Alberto decide di suggellare facendosi un tatuaggio. Nel circolo vizioso che si viene a creare, più la relazione con Irene si approfondisce, più sul corpo di Alberto aumentano i tatuaggi, più la sua vita si disgrega. Il giorno in cui Alberto decide di abbandonare moglie e figlio, Irene lo spinge a sottoporsi a un nuovo tatuaggio, molto grande e invasivo. Ma quando l’uomo comprende di essere stato preso in giro, e che in realtà l’obiettivo della ragazza è quello di umiliarlo e di allontanarlo da sé, decide di punirla con una vendetta fantastica e feroce. Inizia così un folle viaggio verso un finale inatteso, in cui i personaggi vengono lentamente risucchiati in una spirale vertiginosa alla quale il lettore non riesce a sfuggire, agganciato da una prosa che sceglie l’indagine del dettaglio in un’intensità quasi intollerabile.

Scrivimi dal confine, Piemme, 2023
«A volte, stando seduto sulla mia poltrona, guardo la porta chiusa dell’entrata di casa e mi pare di sentire dei passi di donna, un tocco leggero di nocche sul legno, ma la porta rimane chiusa. Mi sono chiesto spesso chi sarebbe comparso se si fosse aperta. Ora lo so. » Aimée non ha mai affrontato un viaggio così lungo da sola, e ora, seduta sul treno che la sta conducendo dall’Italia alla Repubblica Democratica Tedesca, nel gelido inverno del 1960, non fa che pensare all’altro lungo viaggio che aveva intrapreso all’età di cinque anni per lasciare Parigi, e la guerra, e raggiungere l’Italia, la terra di suo padre, in cui trovare un po’ di pace, anche se poi il destino le aveva riservato tutt’altro. Pure quella volta avevano viaggiato di notte e l’incertezza del futuro, la precarietà del presente le avevano stretto la gola fino quasi a soffocarla. Ma nel lontano viaggio del 1915 c’era sua madre a fugare con una carezza i suoi dubbi, a scacciare le paure, c’erano le filastrocche giocose di suo padre a tenerle compagnia: ‘Piove, non piove, faremo cose nuove’. Le pare di sentirlo ancora oggi, dopo quasi cinquant’anni. Ora invece è completamente sola. Nessuno sa la vera ragione del suo viaggio, nessuno sa che sta mentendo per raggiungere una parte di mondo preclusa agli occidentali. E che quella menzogna potrebbe costarle la galera, o peggio. Per non cedere alla paura, ripercorre tutto il cammino che l’ha condotta a quel preciso momento, su quel treno, con i documenti falsi nella borsa: un garbuglio inestricabile di gioie e dolori che l’hanno portata lì, nell’attesa di compiere fino in fondo il proprio destino. Luca Saltini costruisce un affresco storico che ha il passo del romanzo classico e la voce della contemporaneità, legando a doppio filo la vita di una donna, e il suo desiderio di riscatto, alle tragedie e agli slanci del Secolo Breve. Un romanzo vivo, che mostra come i confini da superare siano sempre quelli dentro noi stessi.


Una piccola fedeltà, Giunti, 2018 FUORI CATALOGO
Achilina è una donna molto forte. Vive in Romania negli anni della dittatura di Ceausescu ed è costretta a subire la passione di un funzionario del regime, Viktor Janku, venditore del petrolio di Stato, corrotto, ricattatore. Achilina non può sottrarsi, ma lo disprezza senza nasconderglielo, e Janku trova il modo di riscattare il proprio orgoglio esibendola come un trofeo e allo stesso tempo umiliandola alla presenza di uno straniero con il quale fa affari. Si tratta del trader italiano Augusto Castiglioni, determinato ad arricchirsi e a sfruttare tutte le possibilità offerte dal petrolio rumeno. L’uomo accetta la situazione per opportunismo e perché lui stesso subisce il ricatto di Janku e, pur essendone disgustato, non riesce a uscire da questo gioco perverso. Anzi, il fascino doloroso, ma fiero e indomito, di Achilina non può che bruciare anche lui, rendendo il gioco anche terribilmente pericoloso. È Castiglioni a raccontare la storia, a distanza di anni, ormai anziano e recluso in una clinica di lusso nella quale sta aspettando di scoprire quale sia la natura della misteriosa malattia che lo ha colpito e lo sta paralizzando. Una distanza non solo temporale e geografica da una dittatura che non c’è più e da un’epoca profondamente mutata. Oggi Castiglioni è prigioniero di un letto come allora lo fu di un mondo, ma i suoi fantasmi tornano a visitarlo, a chiedergli ragione delle sue scelte e a rivelargli quanto ancora non sa o non ha compreso, perché il senso profondo della nostra vita a volte fa lunghi giri prima di illuminarsi all’improvviso. I grandi amori, i grandi gesti impegnano, turbano, devastano, ma qualche volta la salvezza arriva da dove proprio uno non se l’aspetta, da una piccola fedeltà.